Curr-eMusik

Come ho più volte raccontato negli articoli in cui parlo di libri, la mia più grande passione, da sempre, è la musica.
Parlando con Silvia ci chiedevano se non fosse il caso di ampliare i temi trattati su questo blog creando, ognuna, rubriche ulteriori.
Per quanto mi riguarda, quindi, scrivere di musica era una scelta quasi obbligata e questo articolo, infatti, vuole essere una semplice introduzione a cosa sarà questo mio nuovo spazio mensile.
In questa rubrica, una volta al mese – ogni secondo giovedì del mese-, parleremo di artisti, canzoni, album, in generale musica che abbia un qualche collegamento con Berlino.
La speranza e lo scopo di questi articoli saranno quelli di aiutarci, tutti insieme, a scoprire nuovi artisti e nuovi lavori che sapranno unire il nostro amore per quest’arte meravigliosa e quello per questa città fantastica.

Non vedo l’ora di cominciare e spero potrai trovare queste nuove pagine interessanti!

Il Grande Gatsby

Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare de Il Grande Gatsby. È uno dei titoli più di successo della letteratura americana e il 99% delle persone che lo hanno letto ne parla con toni entusiastici.

Io faccio parte del restante 1%.

Probabilmente avevo delle aspettative troppo alte, forse il libro è semplicemente troppo dispersivo, forse sono io a non averne percepito e compreso la grandezza. Fatto sta che ne sono rimasta molto delusa.

Non che sia per forza di cose di cose un brutto libro… È solo che probabilmente dopo averne sentito parlare solo ed esclusivamente bene, mi aspettavo molto ma molto di più.

La trama probabilmente è nota a tutti e credo che non ci sia bisogno di spendere più di due righe a riguardo: il libro tratta della vita o, per meglio dire, del mistero che è la vita di James Gatz, un giovane ragazzo del Nord Dakota che abbandona la casa dei genitori per crearsi una vita e una nuova identità al di fuori della povertà delle sue origini.
Sul suo passato e sulle sue origni si verranno a creare tante dicerie e tanti dubbi che verranno poi brevemente dissipati durante la lettura.
Verremo a sapere che ha vissuto alcuni mesi ad Oxford, che la sua nuova vita (con tanto di cambio nome in Jay Gatsby) è iniziata a seguito di un incontro con un proprietario di yacht di nome Dan Cody che verrà ricordato da Gatsby come il suo più caro amico, scopriremo che è da anni innamorato di una donna di nome Daisy e capiremo, leggendo delle sue feste, di quanto in realtà sia solo e afflitto dalla solitudine.

La copertina dell’opera

Il tema della solidutine, infatti, è stato per me il tema centrale dell’opera.
Gatsby si circonda sempre di tantissime persone, molte delle quali a lui addirittura sconosciute o che comunque ignorano chi sia lui… Ogni sera organizza una festa nella sua villa, quasi per evitare di dover far fronte alla sua solitudine.
La solitudine di Gatsby, però, a me è apparsa veramente chiara solo nell’ultimo capito del libro, soprattutto a seguito di un determinato evento e alla promessa fatta da Nick Carraway – che è il personaggio che fa da narratore alla storia – a Gatsby che gli dice, testualmente, “Ti farò venire qualcuno, Gatsby. Non preoccuparti. Fidati di me e ti farò venire qualcuno“, come a voler sottolineare che Carraway ha finalmente capito che il dolore più grande di Gatsby era stato quello causatogli dalla solitudine e che, forse, in un certo senso, il suo crearsi questa nuova vita e questo nuovo personaggio erano anche un modo di proteggersi dal mondo esterno che sembrava averlo privato di tutto, anche del grande amore della vita.

Credo che se avessi letto questo libro senza averne mai sentito parlare prima, probabilmente mi sarebbe piaciuto di più. Forse le aspettative erano troppo altre, forse c’era una sorta di inconscio timore reverenziale che mi aveva tenuta lontana da questo libro che si è rilevato, però, infondato.

A differenza di tanti altri libri che non mi sono piaciuti e che non consiglierei, probabilmente non riuscirei a dire a qualcuno di non leggere Il Grande Gatsby, perché probabilmente è un testo che va letto con meno pregiudizi e più leggerezza… e forse è un libro che, semplicemente, va riletto.

Con dispiacere e stupore, ammetto che, per me, Il Grande Gatsby è stato un po’ una delusione. Tu, invece, cosa ne pensi?

Autore: Francis Scott Fitzgerald
Titolo dell’opera: Il Grande Gatsby
Titolo originale dell’opera: The Great Gatsby
Numero di pagine: 160
Voto: 2,5/5
Dove trovarlo: cartaceo, ebook

Flavio Rossi ci insegna come sconfiggere la procrastinazione

Flavio Rossi ci dà consigli su come smettere di procrastinare.

La prima cosa che si può apprendere è che il rimandare le attività che dovremmo fare è un atto di pigrizia, questo perché il nostro cervello vuole che noi stiamo bene, quindi non ci metterà mai nella situazione di dover fare qualcosa che ci metta a disagio.

In aggiunta a questa facoltà fisiologica c’è quella prettamente umana per la quale è più piacevole l’appagamento immediato, anche se piccolo, piuttosto di quello più consistente, ma lontano.

Chi è il procrastinatore?

Innanzitutto bisogna prendere coscienza di essere dei procrastinatori.

Preferisci lasciare i piatti sul lavello e lavarli al mattino, piuttosto che liberarti subito di questa incombenza?
Sei un procrastinatore!

Aspetti l’ultimo giorno per pagare una bolletta o per concludere un compito assegnato o studiare per un esame?
Oltre ad essere una persona che ama il dramma, sei un procrastinatore!

Riassumendo, se preferisci bearti della vita subito, goderti l’attimo di libertà quando invece dovresti fare qualcosa di specifico che ti impegnerebbe tempo, allora ti trovi, come me, nel divano della procrastinazione.

Non avere paura, piano piano ci si alza da questo divano e si prende consapevolezza che non si può solo godere della vita, se ci sono scadenze che vanno rispettate.

Come sconfiggere la procrastinazione?

Per poter superare la barriera dell’azione bisogna iniziare quello che dobbiamo fare. So che starai dicendo, “Semplice a dirsi”, ma il segreto vero sta tutto lì. L’ostacolo è solo iniziare qualcosa, ma troviamo delle soluzioni per facilitarci anche questo.

Per prima cosa sarebbe bene crearsi un’ambiente che invogli l’azione, magari riordinando la scrivania. Ricorda: disordine fuori porta disordine nella testa, e a noi serve concentrazione per non farci portar via dalla strada maestra del fare.

Per non perdere quindi la concentrazione bisogna evitare le distrazioni, non solo esterne come le notifiche che arrivano nel cellulare (ergo mettere silenzioso) o il campanello che suona, ma anche quei pensieri che aprono il varco della nostra mente, cose che in quel momento non servono a niente. Ho imparato che in questi casi bisognerebbe scrivere in un foglio quello che ci è venuto in mente, così da poterci pensare dopo.

Non focalizzarti solo su lavoro, lavoro, lavoro, fai delle pause programmate e premiati! Crea la tua routine. L’uomo è un essere abitudinario, e avere una routine è il modo più semplice di fare qualcosa senza che questa ci pesi perché ci verrà automatica.

Ora che vi ho svelato come iniziare a fare, fai! E non dimenticarti di premiarti quando l’hai portata a termine

Autore: Flavio Rossi
Titolo dell’opera: L’arte del fare: Come sconfiggere la procrastinazione
Numero di pagine: 97
Voto: 3/5
Dove trovarlo: cartaceo, ebook

L’anno della lepre di Paasilinna

Grazie alla casa editrice Iperborea mi sono avvicinata alla letteratura nordica, che mi affascina enormemente. I paesaggi sono così diversi da quelli ai quali sono abituata e le persone hanno un umorismo difficile da eguagliare.

In questi romanzi spesso la Natura diventa un personaggio che accompagna i protagonisti nelle loro avventure. Nel caso del libro di oggi L’anno della lepre il protagonista Vatanen abbandona la sua vita ad Helsinki, il lavoro di giornalista e la cattiva moglie per soccorrere una lepre.

La trama di Vatanen

Vatanen si trova in macchina con il collega fotografo. Una piccola lepre attraversa loro la strada e viene colpita dalla macchina in corsa. Vatanen fa fermare l’amico ed entra nel bosco per cercare e soccorrere la lepre. Il collega ha fretta di raggiungere la loro meta e lo lascia lì, sicuro che prima di sera sarebbe arrivato con qualche altro mezzo.

Da questo momento inizia la nuova vita di Vatanen, una vita fatta di sentimenti veri, di attaccamento alla Natura e vivere la vita così come viene.

Si rifugia al Nord della Finlandia, dove le persone sono più socievoli e accoglienti. Vive facendo i lavori che capitano e che gli offrono anche l’alloggio, sempre accompagnato dalla sua amabile lepre, che risveglia molta curiosità in tutte le persone che incontrino.

In quest’anno della sua nuova vita assiste ad un incendio in una foresta e aiuta a far scappare gli animali selvatici, cerca di rianimare un morto, assiste a dei militari e aristocratici che vogliono cacciare un orso per divertimento, e ne rimane disgustato, viene attaccato da un orso nel cuore della notte, per poi inseguirlo fino in Russia.

Varie volte qualcuno cerca di portare via la lepre, a Vatanen ma lui desiste sempre non riuscendo a separarsi dall’animale.

I libri di Arto Paasilinna

L’anno della lepre non è il primo libro che leggo di Paasilinna, il primo è stato Piccoli suicidi tra amici che, a dispetto del nome, è un romanzo molto divertente.

Il libro appena finito non ha quel tocco umoristico che mi ha affascinata del primo romanzo, ma sicuramente le situazioni descritte sono surreali come spesso ho trovato in altri romanzi nordici, primo fra tutti Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, che è un susseguirsi di avvenimenti folli e impossibili.

Grazie alla Postfazione al libro ho scoperto che L’anno della lepre di Arto Paasilinna è un cult in Finlandia e con una ricerca in internet ho trovato che è stato girato un film nel 1977 sulla storia di Vatanen e la lepre sua compagna.

Autore: Arto Paasilinna
Titolo dell’opera: L’anno della lepre
Titolo originale dell’opera: Jäniksen vuosi
Numero di pagine: 208
Voto: 3/5
Dove trovarlo: Libro, ebook

No One is too Small to Make a Difference

Nell’agosto 2018 una giovane ragazza svedese decise di iniziare un’azione non violenta per chiedere al governo nazionale di agire in favore del clima e per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla crisi climatica che ci troviamo a vivere.

Quella giovane, di nome Greta, quindi, ogni venerdì si presentava con il suo cartello “Sciopero scolastico per il clima” (Skolstrejk för klimatet) davanti al Parlamento svedese e rimaneva lì, seduta, ad aspettare.

Vedendola seduta davanti al parlamento ogni venerdì, i media cominciarono ad interessarsi a lei, alla sua storia e, soprattutto, alla sua protesta: nel mondo iniziarono a circolare i primissimi articoli su Greta e sui suoi scioperi scolastici. In poco tempo i giovani (ma non solo) di tutto il mondo trovarono in Greta la leader di un movimento destinato a crescere enormemente e a portare nuova consapevolezza delle sfide climatiche che, quasi senza saperlo, ci troviamo a dover combattere ogni giorno.

No One is too Small to Make a Difference è una raccolta di estratti di suoi discorsi tenuti in tutto il mondo e in innumerevoli occasioni.

La copertina dell’opera

Nei suoi discorsi, che scrive da sola e per i quali chiede semplicemente delle consulenze per essere sicura di non dare informazioni inesatte, Greta non ha paura di rivolgersi ai potenti del mondo, ai grandi, alle celebrità, agli influencer e a tutte le persone che avrebbero la possibilità di fare da eco alla questione ambientalista, che avrebbero la possibilità di iniziare davvero il cambiamento, ma non lo fanno per paura di risultare impopolari, perdere voti, perdere simpatie e potere.
Greta sottolinea più volte che è ben consapevole che una grande fetta degli adulti considerino i giovani del movimento Friday for Future semplicemente come dei bambini e che capisce che tanti degli adulti non abbiano voglia di ascoltare quello che dei bambini hanno da dire… ma questo non è un problema per lei, perché ciò che questi bambini stanno facendo è solo riportare quanto affermato dagli scienziati. Lo ripete spesso: non ascoltate noi, ascoltate gli scienziati!
Il nostro tempo sta scadendo, stiamo portando il nostro pianeta verso il disastro. Siamo distruggendo la possibilità di sopravvivenza per la nostra stessa specie e questo sembra non interessare nessuno. Nessuno parla abbastanza della crisi climatica, nessuno la tratta per quello che è, ovvero la più grande crisi (anche e soprattutto) umanitaria che la nostra specie si trova a dover fronteggiare.

Il testo riporta tutti i discorsi più celebri di Greta, compreso il celeberrimo “How-Dare-You-speech”, che se non ricordi, potrai vedere QUI.

Greta in sciopero davanti al parlamento svedese

Greta, che nel 2019 è stata proclamata “Person of the Year” dalla rivista Time, si è trovata molto spesso ad essere attaccata da tantissimi (anche da super portenti – tipo Trump), che ne attaccano l’aspetto, le idee, i modi in cui si batte per questi ideali.
Non capisco come questo sia possibile.
Non capisco come sia possibile scagliarsi contro una persona che ha scelto una protesta non violenta e che si batte per il futuro di ognuno di noi, che sta provando a dare voce a chi per tanto tempo non ne ha avuta.
Molti dicono che è solo una ragazzina e che è assurdo pensare che una ragazzina debba essere una leader di un movimento… ma questo non può essere un attacco rivolto a Greta, bensì un punto di inizio per riflettere sul fatto che c’è stato bisogno di un’adolescente per sensibilizzare le persone al problema climatico, perché le generazioni precedenti hanno pensato solo al tornaconto personale senza preoccuparsi delle conseguenze disastrose che alcuni comportamenti avrebbero avuto su ognuno di noi.

No One is too Small to Make a Difference è una raccolta molto interessante anche se veramente breve, a volte, per forza di cose, un po’ ripetitiva, ma sempre illuminante e attraverso la lettura di questo libricino si può trovare anche la risposta ad una delle accuse più frequesti mosse a Greta, ovvero quanto sia pilotata dalla sua famiglia: ebbene, i suoi genitori non erano affatto d’accordo con i suoi scioperi e il suo estremo impegno e attivismo ambientalista, ma le hanno dato la possibilità di scegliere se continuare (facendo affidamento solo sulle sue forze) o smettere.
La sua scelta di continuare è già storia.

Autore: Greta Thunberg
Titolo dell’opera: Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza
Titolo originale dell’opera: No One is too Small to Make a Difference
Numero di pagine: 106
Voto: 4/5
Dove trovarlo: cartaceo (ITA), cartaceo (EN), ebook (ITA), ebook (EN)

After Dark, quello che succede quando il buio arriva

Murakami Haruki racconta quello che succede a Tokyo la notte dalle 23,56 alle 6,53. I capitoli sono scanditi da degli orologi che ci dicono con precisione a che ora della notte ci troviamo.

Seguiamo la notte di cinque persone:

  • Mari Asai, una giovane universitaria;
  • Tetsuya Takahashi, un ragazzo che suona in una band;
  • Kaoru, la receptionist di un love hotel;
  • Shirakawa, un impiegato;
  • Eri Asai, la sorella maggiore di Mari.

La trama di After Dark

Mari Asai si trova in un bar di notte da sola, legge e fa passare la notte perché non vuole tornare a casa. Takahashi entra nello stesso bar perché lì vicino si trova la sala di prove del suo complesso. Il ragazzo vede Mari e si siede al suo tavolo. La ragazza non è molto d’accordo con questa intrusione, ma tollera i discorsi di Takahashi, che aveva conosciuto anni prima quando la sorella l’ha portata ad un doppio appuntamento con lei.

Quando finalmente è ora di andare verso la sale delle prove Mari può godere solo di poco tempo di solitudine, perché viene subito raggiunta da Kaoru, alla quale serve qualcuno che sappia parlare cinese. Kaoru, che conosce Takahaski l’ha chiamato e lui subito le ha detto che nelle vicinanze dell’hotel dove lavora si trovava Mari che studia cinese. Entrambe si dirigono verso il love hotel a soccorrere una prostituta che è stata picchiata da un cliente.

La giovanissima prostituta ha subito queste violenze rea di avere il ciclo. Se questo non fosse bastato il cliente le ha rubato borsa e vestiti lasciandola nuda nella stanza, che non ha neppure pagato. Scopriamo questo solo grazie a Mari che riesce a comunicare con lei. Quando il protettore della ragazza la va a prendere Kaoru, che in passato era una lottatrice professionista senza paura, non esita a chiedere il conto della stanza.

Mentre Mari e Kaoru vanno in un club con musica jazz, ci viene presentato Shirakawa, che si trova ancora a lavoro e che viene chiamato dalla moglie. Lui è il cliente che ha picchiato la prostituta, lasciandola senza nulla. È un uomo normale, un lavoratore senza sosta, che durante la pausa dai suoi compiti paga una donna per passare un’ora in un love hotel, e se le cose non vanno come vuole lui, succede il peggio.

Il racconto di questa notte viene ogni tanto interrotto dalla vista di Eri, sorella di Mari, che dorme profondamente in una stanza. Per raccontare di questi momenti Murakami si rivolge al lettore narrando in prima persona plurale, facendoci entrare nel racconto.

Io ti ho raccontato qualcosa dei personaggi, come finisce la loro notte lo scoprirai leggendo il libro.

Cosa vuole raccontarci After Dark di Murakami Haruki

Questa storia ci racconta l’alienazione delle persone che vivono a Tokyo, che come tutte le metropoli fa sentire più soli che nei paesi con meno di 100 abitanti in cima alle montagne.

Mari preferisce passare la notte fuori casa a leggere, che stare sul suo letto nella camera di fianco alla sorella che dorme profondamente da due mesi. La stessa Eri preferisce assopirsi che vivere la vita vera.

Shirakawa stesso, sebbene abbia una famiglia, cerca compagnia da un’estranea per nel love hotel mentre dovrebbe lavorare di notte. Dalla chiamata che vediamo ricevere da parte della moglie sembra piuttosto che passare del tempo e dormire con lei, lavori di notte facendole credere che invece sia il capo ad obbligarlo.

L’elemento magico di Murakami

Ho letto solo un’altra opera di Murakami, 1Q84, e in quella l’elemento magico era molto più presente, infatti tutto si svolgeva in un altro mondo con due lune.

La magia in After Dark viene incarnata in Eri che decide di non voler vivere il presente e quindi di iniziare a dormire. Il suo sonno è molto profondo e continuo che non incontra i suoi familiari da due mesi. Loro provano a svegliarla scuotendola e chiamandola, ma lei continua a dormire, tanto da mettere Mari a disagio e portarla a non voler stare sotto lo stesso tetto della sorella.

Autore: Murakami Haruki
Titolo dell’opera: After Dark
Titolo originale dell’opera: アフターダーク 
Numero di pagine: 164
Voto: 3,5/5
Dove trovarlo: ebook, libro.

Povera Gente, ovvero l’esordio di Dostoevskij

Quando si pensa alla letteratura russa sono tanti i nomi che ci vengono in mente: alcuni pensano a Gogol’, altri pensano a Tolstoj, altri ancora a Bulgakov, a Nabokov e così via… il nome, lo scrittore che, però, tutti conosciamo e almeno una volta nella vita abbiamo letto è Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Povera Gente è il primo romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij e tratta, come intuibile dal titolo, del racconto della vita costellata di miseria e difficoltà che si trovano a vivere i protagonisti del romanzo.

Questo scritto è un qualcosa di atipico per Dostoevskij: il libro infatti è un romanzo epistolare e noi impariamo a conoscere i due personaggi (principali) attraverso i loro stessi scritti.

La copertina dell’opera

Varvara Dobroselova (detta anche Varen’ka), una giovane donna orfana e con alle spalle una sofferta giovinezza, infatti tiene una fitta corrispondenza epistolare con suo cugino di secondo grado, Makar Alekseevič Devushkin, col quale discute delle difficoltà della vita, della sua paura di affrontare il mondo e della solitudine che sente dopo la morte di sua madre. Varen’ka è un personaggio che, in parte, suscita grande pena. Ha avuto un’infanzia felice, finché non ha dovuto lasciare il suo paesino per trasferirsi a San Pietroburgo, dove è iniziata la sua sfortuna: prima ha perso il burbero padre che la accusava di tutto ciò che di sbagliato capitava nelle loro vite e poi ha perso anche la madre, rimanendo, di fatto, sola al mondo. È legata a Makar Devushkin ma non riesce a lasciarsi andare completamente perché infastidita dai modi di lui che sperpera (quasi) tutto il suo denaro per comprarle doni che lei neanche vorrebbe.

Makar Devushkin è un personaggio strano e che risulta, per me, a tratti insopportabile. Come detto è il cugino di secondo grado di Varen’ka ma, spesso durante la lettura del libro, ho percepito il suo essere quasi ossessionato da lei. Questo bisogno di ricoprirla di regali, seppur senza praticamente averne la possibilità, mi è sembrato un tentativo di controllo assoluto sulla cugina che, essendo bisognosa di tutto (non per forza materiale), cerca di tenere vicina in questo modo. Le sue lettere, poi, piene di vezzeggiativi, me lo rendono sinceramente intollerabile. Mi ha dato le stesse sensazioni che mi diede Yair, co-protagonista di un altro romanzo epistolare, ovvero Che tu sia per me il Coltello di David Grossman: libro che ho amato e che, sotto tanti punti di vista, ho anche odiato.

Leggendo le loro lettere ci rendiamo conto che a volte parlano di eventi accaduti ma di cui noi non sappiamo niente: i due protagonisti, infatti, si “incontrano” di tanto in tanto fuori dalle pagine del libro e noi percepiamo questi incontri solo da sporadiche frasi che ci fanno intendere che tra una lettera ed un’altra sono capitati degli eventi.

Varen’ka vive la sua vita di stenti e quando si viene a creare per lei una possibilità lavorativa che la porterebbe fuori da San Pietroburgo, Makar si prodiga al fine di convincerla a rimanere in città perché sarà lui a poterle dare tutto ciò di cui ha bisogno.

La povertà e la miseria delle condizioni di Varen’ka la poteranno, però, a prendere una sofferta decisione che la allontaneranno per sempre dal cugino Makar e che causeranno ulteriori enormi sofferenze nei cuori di entrambi, essendo loro legati da un profondissimo e irrealizzabile amore.

Dostoevskij mi piace sempre molto e non credo di aver mai letto nulla di suo che mi abbia in qualche modo deluso. Le sue ambientazioni, le sue descrizioni, anche in un romanzo epistolare, anche in un romanzo che dice poco (o forse niente) del Dostoevskij che passerà alla storia come uno degli autori più grandi di tutti i tempi (non solo russi), sono sempre splendide e leggendo si ha davvero la sensazione di essere lì insieme ai protagonisti dei libri, sulla Prospettiva Nevskij, al mercato dove Varen’ka acquisterà la raccolta di Puskin per il suo amico Pokrovskij e ovunque lo scrittore abbia voglia di portarci, a vivere insieme a loro tutti gli eventi che ci vengono raccontati.

Nella vita ci sono pochissime certezze: una di queste è che se prendi in mano uno scritto di Dostoevskij finirai sicuramente con l’amarlo profondamente.

Autore: Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Titolo dell’opera: Povera Gente
Titolo originale dell’opera: Бедные люди
Numero di pagine: 191
Voto: 4/5
Dove trovarlo: cartaceo, ebook

Come superare La rottura

Seguo Valeria Benincasa da un paio d’anni sul suo canale Youtube Read Vlog Repeat. Nel suo spazio offre spunti di lettura, alcuni dei quali sono entrati di diretto nella mia wishlist libresca.

In questi anni ho notato due cose:
– le piace molto scrivere e vorrebbe diventare una scrittrice professionista;
– le piacciono molto le graphic novel.

Il 5 dicembre è uscito il suo primo fumetto in collaborazione con la fummettista Silvia Righetti e io ho deciso di acquistarlo subito. Mi piaceva l’idea di supportare una content creator che seguo con un mezzo che non fossero le pubblicità di Youtube le visualizzazioni.

La mia prima volta con una Graphic Novel

Come ho già accennato, non è mio solito leggere graphic novel, il mio ultimo fumetto è stato Ranma 1/2 quando avevo 10 anni, qui La rottura si prospettava per me una novità assoluta.

I disegni che spiegano una storia, le nuvolette che sostituiscono le virgolette, un mondo tutto nuovo e comunque interessante. Ringrazio Valeria che ha deciso di aggiungere il racconto dal quale è stata tratta la storia raccontata dal fumetto come appendice, perché senza di quello io mi sono persa metà della storia, proprio la parte che forse più mi interessava.

Delle 24 tavole di cui è composto il fumetto 10 sono completamente mute. I disegni non accompagnati dalle parole mi sono stati totalmente estranei. Chiaramente ho capito e interiorizzato la disperazione della protagonista che si trova a correre per le strade di una città sconosciuta, ma per tutto il resto mi sarebbero serviti i sottotitoli.

Nel momento in cui si vedono due figure in ombra e si capisce che una delle due lancia qualcosa, io ho pensato ad una sigaretta, non saprei perché, ma senza un contesto testuale mi sono persa. Per fortuna è venuto poi in mio soccorso il racconto per farmi capire che lei lancia l’anello di fidanzamento a lui. Mai avrei capito.

Sono sicura che questo disguido sia causato dalla mia inesperienza nella lettura di disegni. Quando non si è abituati a dar parola a delle situazioni, ma si legge ogni dettaglio, non ci si capisce moltissimo purtroppo.

Il racconto La rottura

Il racconto presenta due amiche che si incontrano in un bar. Una racconta all’altra la fine della sua storia, mentre l’altra la dipinge come nessuno sa fare, riesce a catturare i sentimenti che prova.

Ariadne descrive a Zelda quando un’estate ha fatto una sorpresa al suo promesso sposo che era in una città straniera per lavoro. Lei si fa accompagnare dalla cugina. Quando arriva l’ora di cena Ariadne, la cugina, il promesso sposo e la collega di questo – che lui ha insistito si unisse a loro – vanno al ristorante.

Si capisce subito che ci sia qualcuno di troppo e questa persona è Ariadne. Urtata da qualcosa detto dalla collega si alza ed esce dal ristorante. Lui le va dietro e durante un litigio lei gli lancia l’anello di fidanzamento e scappa in preda ad un attacco di panico.

La storia in sé è un racconto come tanti se ne leggono di una coppia che si divide per il tradimento di uno dei due, ma le parole con le quali Valeria segna questa fine son molto vere, non ho alcun dubbio che lei abbia vissuto esattamente quel momento, così come lei ho ha descritto. Trovarsi nel panico, e vedere quell’unica persona che sa come ridarti sollievo che, invece di guarirti, si perde in un altro interesse spezza il cuore.

Per una maggiore comprensione della storia narrata arrivano le frasi iniziali che fanno capire quanta sofferenza ci sia dietro tutto il racconto.

Bisogna dare merito al coraggio di Valeria Benincasa che è riuscita a liberare un po’ del dolore grazie alla scrittura di La rottura e allo stesso modo ha scritto una storia che è molto simile ad altre storie, nella quale ragazze e ragazzi si potranno riconoscere e magari lasciare andare prima, prima di quanto non abbia fatto Ariadne.

Autore: Valeria Benincasa e Silvia Righetti
Titolo dell’opera: La rottura
Numero di pagine: 36
Voto: 3/5
Dove trovarlo: Amazon

Chernobyl 01:23:40

Chi mi conosce sa che sono una persona afflitta dalle ansie ma che senza di loro non saprebbe come vivere. Questo vuol dire che anche in momenti in cui potrei pensare di sentirmi un po’ più tranquilla e serena, questa sensazione non può durare per molto e, nel caso in cui non ci siano cause esterne a mirare il mio già difficile equilibrio, allora sarò io personalmente a cercare e trovare accuratamente un qualche motivo per far tornare al suo posto quella sensazione di inquietudine che mi accompagna da sempre.

Chernobyl 01:23:40 mi è stato regalato alcuni mesi fa da una delle mie più care amiche che, non so perché, si trovava in un momento di pazzia ed aveva deciso di leggere questo libro, ma voleva lo leggessimo insieme. Per mesi questo libricino è rimasto nella mia libreria, senza che né io né lui sentissimo l’esigenza di conoscerci meglio, finché un paio di settimane fa, per qualche motivo a me ignoto, ho sentito l’ispirazione di leggerlo.

La copertina del libro

Il libro è interessantissimo e, credo, il titolo sia abbastanza esplicativo del tema trattato: la prima parte tratta infatti dell’esposizione (nel modo più semplice possibile, a detta dell’autore) dei fatti mentre la seconda parte descrive il suo viaggio a Pripyat (città sede della centrale nucleare, poi divenuta fantasma a seguito del disastro e dell’evacuazione della città da parte dei cittadini – QUI potrai ascoltare l’annuncio di evacuazione del 27 aprile. Chiaramente è in russo, ma resta comunque molto interessante).

Il disastro nucleare di Chernobyl è quella tragedia da cui tutti ci sentiamo toccati e che tutti sentiamo di aver vissuto in qualche modo, anche se alcuni di noi non erano neanche nati all’epoca dei fatti. Io sono tra quelle persone che quel 26 aprile 1986 dovevano ancora nascere, eppure non sento questa tragedia come qualcosa di lontano da me… sia perché la vicinanza temporale è quella che è (sono nata nel marzo del 1987) ma anche perché è un evento che ha significato in un certo senso un punto di non ritorno in merito all’idea che molti di noi si sono fatti dell’energia nucleare, del suo utilizzo, della necessità del suo utilizzo e dei rischi che comporta.

Nel libro ci vengono raccontati anche alcuni incidenti precedenti a quello di Chernobyl, alcuni negli USA, altri in Gran Bretagna. Ma l’incidente di Chernobyl, insieme a quello di Fukushima del 2011, è considerato il più grande incidente della storia nucleare civile. Nella scala INES, utilizzata per classificare questo tipo di incidenti, infatti, sia Chernobyl che Fukushima sono classificati al settimo livello, quello più alto.

Non nego che la lettura di questo libro è stata inquietante: è stata dura pensare che, più o meno tutti, viviamo in luoghi che potrebbero essere una sorta di bomba ad orologeria. È comunque bene tenere presente che, sebbene l’energia nucleare potrebbe essere devastante, in potenza, è anche vero che, stando ad alcuni studi (citati anche nel libro), la produzione di energia nucleare resta comunque il metodo meno nocivo. Strano, certo, ma sembra essere così.

Si potrebbe quasi fare un’analogia con i viaggi in aereo (e lo dice una che, ovviamente, ha paura di volare!): anche se gli incidenti aerei sono nella maggioranza dei casi catastrofici, è anche vero che l’aereo resta il mezzo di trasporto più sicuro di tutti.

Gli altri sentimenti che proverete nel leggere questo libro, se deciderete di farlo, saranno incredulità e rabbia: non si può provare altro nel rendersi conto di come il malgoverno, più interessato al risparmio che alla messa in sicurezza dell’impianto così da poter assicurare la salvaguardia e il benessere dei propri impiegati e cittadini, la più totale noncuranza nell’ignorare incidenti precedenti e gli errori umani hanno fatto sì che questa catastrofe si verificasse.

Ricordo un intervento della Cancelliera Merkel di qualche anno fa in cui diceva che dopo Fukushima aveva cambiato idea sull’energia elettrica. I disastri di Chernobyl e di Fukushima hanno effettivamente cambiato il punto di vista dell’opinione pubblica in materia e, ad esempio, la Germania si è impegnata ad abbandonare il nucleare entro il 2022.

Chernobyl 01:23:40 è un libro molto interessante, sicuramente non il testo che vi insegnerà e svelerà ogni segreto del disastro di Chernobyl, né del nucleare o delle centrali e del loro funzionamento, ma aiuterà a farsi un’idea rispetto a come non andrebbero gestite delle centrali nucleari e di quanto la sicurezza e la salute della popolazione dovrebbero essere delle priorità per chi ha l’onore (e l’onere) di governarci.

Autore: Andrew Leatherbarrow
Titolo dell’opera: Chernobyl 01:23:40
Titolo originale dell’opera: Chernobyl 01:23:40
Numero di pagine: 263
Voto: 3/5
Dove trovarlo: cartaceo, ebook, audiolibro

Un’estate con la Strega dell’Ovest di Kaho Nashiki

Il racconto Un’estate con la Strega dell’Ovest descrive il rapporto tra Mai e sua nonna durante un’estate. Mai che ha 13 anni, ha trascorso vari mesi dalla nonna perché non riusciva più a frequentare la scuola per un malessere che le provocava la scuola.

Di cosa parla il racconto di Kaho Nashiki

La nonna è inglese ed è rimasta in Giappone per amore del nonno di Mai. Il Giappone è sempre stato una costante nella sua vita, quindi quando aveva annunciato ai suoi genitori che avrebbe sposato un giapponese questo non è sembrato strana.

La casa della nonna si trova in montagna e viene chiamata dai vicini “la straniera”, sebbene il suo giapponese sia perfetto.

Nel periodo in cui Mai sta da lei impara cosa sia la costanza, il prendere decisioni e portarle a termine a tutti i costi. Si sveglia la mattina alle 7,30, va verso il pollaio per raccogliere le uova per la colazione, fa i lavoretti in casa, e la nonna la premia offrendole un pezzo di terra che lei potrà coltivare come meglio crede.

Questa routine che Mai assimila grazie alla nonna viene definito “allenamento da strega”, per affinare le proprie arti da strega e in futuro saper usare l’istinto e fare magie. Per convincere Mai, la nonna le racconta di quando suo padre si trovava in Giappone. Lui cadde in mare da un’imbarcazione, la madre della nonna, a quel tempo sua promessa sposa, se ne accorse con l’istinto da strega, pur non sapendo ancora a quel tempo di esserlo, e gridò “a destra”. Il padre sentì la voce della sua fidanzata dentro di sé e nuotò esattamente in quella direzione, trovando dopo tanto nuotare un salvataggio.

La parte principale della storia è un flashback di quell’estate di due anni prima che Mai rivive nella sua testa mentre con la mamma si dirige a casa della nonna, che è morta.

Kaho Nashiki e la descrizione dei nonni

Durante quella estate Mai impara molto, ma stare a così stretto contatto non sempre è facile. Il vicino di casa della nonna, Genji, era per Mai un personaggio inquietante e per questo lei non voleva avere nulla a che fare con lui perché le dava una brutta sensazione.

A causa di uno screzio avuto con Genji, Mai e la nonna litigano e quest’ultima dà un ceffone alla nipote, che offesa si rifugia in camera sua tutto il giorno senza mangiare.

Si dice che i nonni siano quelli che più ci amano perché sanno già che il loro tempo con noi sarà molto breve, infatti di solito con i nipoti si comportano in modo molto più docile che con i propri figli, non so se sia per la stanchezza degli anni che si portano sulle spalle o forse perché in quei pochi anni che sanno che condivideranno con la seconda generazione vogliono lasciare il miglior ricordo di loro.

Io ho avuto la fortuna di conoscere tutti e quattro i miei nonni fino all’età di 15 anni e di passare con loro molto tempo durante l’estate nei primi 11 anni della mia vita. Tutti le estati le passavo in Sardegna e mi dividevo fra casa di nonna Mariolina e di nonna Ada.

Come Mai durante un’estate ho litigato con mia nonna, perché ormai troppo cresciuta per essere trattenuta da una donna un po’ stanca e forse io ero ribelle nell’incomprensione della mia età. Chiamai mio padre per farmi venire a prendere immediatamente e nonna, sebbene avessimo litigato poco prima, mi regalò 50 mila lire. Nel viaggio di ritorno mi sono sentita così in colpa per aver fatto quella scenata con mia nonna, che mi dimostrò, con quel gesto abituale, che andava tutto bene e che la mia sfuriata era stata perdonata.

Nonna Ada mi ha insegnato a saltare la corda, con lei ho ripreso la maglia e sono andata nell’orto, non spesso perché a me piaceva dormire, e all’orto si va molto presto. Dopo che è morta sono rientrata nella sua casa tempo dopo e mi è capitato di sentire il profumo della sua pelle, e come la nonna Mai che le ha lasciato questo messaggio:

DALLA STREGA DELL’OVEST ALLA STREGA DELL’EST
L’ANIMA DELLA NONNA È RIUSCITA A LIBERARSI

il nel mio cuore spero che quello sia stato il segnale di mia nonna per dirmi che lei è sempre vicino a me.

Autore: Kaho Nashiki
Titolo dell’opera: Un’estate con la Strega dell’Ovest
Titolo originale dell’opera: NISHI NO MAJO GA SHINDA – NASHIKI KAHO SAKUHINSHU
Numero di pagine: 140
Voto: 3/5
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