Categoria: Letteratura inglese

La biblioteca delle ultime possibilità, necessarie?

Ultimamente sto ascoltando molti audiolibri, è più semplice chiaramente. Quando sono nei mezzi non sono obbligata a tenere un libro in mano e sfogliarlo per poter andare avanti nella mia lettura, ma soprattutto posso continuare la storia anche se cammino. Non ho problemi nel leggere camminando, ma non è una cosa che posso fare sempre, ecco possiamo dire così.

Quindi ascoltare una voce che legge il libro per te, se la voce è accogliente, è veramente piacevole e in poco tempo si riesce a fare il pieno di storie, che con la propria lettura non è possibile, soprattutto per una come me, che legge lentamente.

Una delle ultime “letture” è stato il libro La biblioteca delle ultime possibilità. Avevo visto la copertina in libreria a Cagliari a maggio, e mi aveva intrigato. Se si parla di libri allora è un romanzo che fa per me! La forma del volume è particolare, e avrei voluto facesse parte della mia libreria, mi piace fare la raccolta delle varie forme che un libro può avere.

Non so bene cosa mi avesse fermata dall’acquistarlo, forse perché avevo già acquistato 10 libri in due mesi, o forse la copertina era troppo rosa, oppure il ricordo delle storie non ancora lette in attesa di essere esplorate dai miei occhi. Fatto sta che non l’ho acquistato e qui dico: per fortuna!

Quando ho trovato La biblioteca delle ultime possibilità tra le storie che avrei potuto ascoltare l’ho subito messo tra i preferiti e appena è arrivato il suo turno ho premuto play e mi sono affacciata sul suo mondo.

La trama de La biblioteca delle ultime possibilità

June vive in un piccolo paesino dell’Inghilterra ed è assistente bibliotecaria, lavoro che fu di sua madre, finché non è morta di cancro. June è una ragazza molto semplice, e qui termina non fu più giusto: vive nella casa dove ha sempre vissuto con la madre, della quale non ha buttato i libri, i vestiti e i soprammobili. La ragazza condivide la casa con il gatto di sua madre, Alan Bennet, che la odia. Non le fa compagnia e la guarda costantemente di sottecchi.

La sua vita si dispiega tra la biblioteca nella quale lavora, il ristorante cinese nel quale tutti i lunedì acquista lo stesso pasto da sempre, e casa sua nella quale legge.

Un giorno al ristorante cinese trova alla cassa un suo vecchio compagno di classe, Alex Chen diventato avvocato a Londra, che si trova lì per aiutare il padre che ha avuto in incidente nel lavoro. Iniziano a parlare di libri e lei ogni settimana gli consiglia romanzi, visto che che ha solo cultura horror.

La sua vita si movimenta quando giunge la notizia che il consiglio di contea vuole chiudere sei biblioteche, tra cui la sua. Lei e alcuni ospiti abituali della biblioteca (Stanley, Chantal, Mrs B e Vera) si danno da fare per mettersi contro questa decisione e tenere aperto il loro luogo di ritrovo, perché la biblioteca non è solo un posto dove si possono prendere dei libri in prestito, ma è un posto dove:
Chantal può trovare un po’ di pace dalla sua numerosa famiglia e poter studiare,
Stanley lo vede come una seconda casa, visto che la sua non ha acqua corrente né elettricità,
– gli stranieri vengono aiutati da June nella burocrazia.

Ognuno ha un motivo che esula dai libri per trovarsi in biblioteca e non vuole perdere quell’oasi di pace.

June, una protagonista patetica

È veramente orribile da dirlo, ma June viene descritta come una ragazza patetica. Non ha mai avuto un amico, non ha mai fatto nulla in vita sua, praticamente vive a immagine e somiglianza di sua madre, che a differenza sua era una donna frizzante, allegra, socievole.

June riesce a dare una svolta alla sua vita solo perché sta per perdere tutto quello che ha sempre avuto, le stanno togliendo la vita che conosce da sotto i piedi e non sa come andare avanti. In un moto di sopravvivenza quindi si rende conto di avere degli amici tra i soliti visitatori della biblioteca, in primis Stanley, che loro contano su di lei più che solo come timbro su un cartellino.

June da non saper dire una parola in pubblico riesce a parlare davanti al consiglio di contea, e pure con un monologo parecchio lungo. Ad un matrimonio si ubriaca e prova a baciare Alex Chen, lei che a 28 anni non ha mai baciato nessuno.

La sua svolta è troppo repentina e troppo contraria alla vita dei precedenti 28 anni per essere reale. Sono passata dal pensare “Svegliaaaaa!!!” al “Cosa?! E ora perché fa questo?”.

Consiglio La biblioteca delle ultime possibilità?

No! Lo consiglio a chi ha voglia di leggere una cosa molto leggera, che non ha un’ampia conoscenza di libri, perché nel libro ne vengono suggeriti parecchi, dopotutto si parla di una biblioteca e di storie che questa biblioteca racchiude. Mi ha commosso? Certo, mi sono fatta un piantino, non certa però se solo per la storia, o anche per quello che di simile è capitato alla mia famiglia.

Non metto in dubbio di non aver compreso il libro, sono sicura che la biblioteca delle ultime possibilità si riferisse a tutti i personaggi che in qualche modo sono emarginati e che trovano nella Chalchot Library un posto dove essere se stessi e accolti per quello che sono, senza pregiudizi.


Autore: Freya Sampson
Titolo dell’opera: La biblioteca delle ultime possibilità
Titolo originale dell’opera: The Last Chance Library
Numero di pagine: 288
Voto: 2/5
Dove trovarlo:

E se Elisabetta II fosse una sovrana lettrice?

Immagina che la regina Elisabetta II un giorno scopra che i libri nella sua libreria immensa non siano solo oggetti, ma scrigni di avventure. Una pagina dopo l’altra Elisabetta abbandona la vita di corte e si rifugia tra le storie che quei libri contengono.

Di cosa parla La sovrana lettrice

Il libro La sovrana lettrice di Alan Bennett racconta di come la regina del Regno Unito si innamora della lettura. Per la prima volta entra nella stanza della biblioteca e si sofferma sui volumi negli scaffali. Accarezza i dorsi e ne prende uno a caso per la prima volta. Da quel momento si interessa solo alla lettura fatta per piacere e non per dovere.

Si fa aiutare nella scelta dal factotum Norman, che in fatto di libri ne sa più di lei. Questo nuovo hobby di Elisabetta diventa il tema principale dei suoi incontri a palazzo. Con i suoi ospiti parla di letteratura o di autori, e cerca pure di incontrare alcuni di questi.

Il primo ministro e gli uomini dell’entourage della Regina si preoccupano che una sovrana lettrice non sia una cosa buona, per tutto il tempo che ormai lei dedica ai libri e ai discorsi considerati non adatti ad una reale.

La lettura salva tutti

La lettura, qualunque essa sia, rende la vita migliore perché apre la mente. Si dice che chi non legge vive solo una vita, invece il lettore ne vive migliaia, tante quante sono le storie che dei libri che ha avuto sottomano.

Certamente queste sono cose ovvie, ma spesso è utile soffermarsi e pensare anche a quanto di più semplice ci sia nella nostra vita. Poter leggere e avere voglia di aprire un libro, che sia un romanzo o un saggio, insegna sempre qualcosa di nuovo. Vocaboli che non si sono mai sentiti; culture che non abbiamo mai visitato; si apprendono nozioni che prima non si conoscevano.

Se la lettura ti ha accompagnato dall’infanzia o che tu abbia scoperto questo mondo fantastico in tarda età, non lasciarlo mai e sii vorace. Fai come la Elisabetta di Alan Bennett e lascia tutto per dedicarti alla lettura. Certo, il conto in banca della Regina aiuterebbe a passare tutto il tempo con gli occhi su un libro!

L’audiolibro de La sovrana lettrice letto da Paola Cortellesi

Questo racconto l’ho ascoltato e non letto, in realtà. L’audiolibro era letto da Paola Cortellesi che ha dato voce alla scrittura ironica di Bennett rendendo la storia molto piacevole.

Questo fa capire che quando si ascolta un romanzo, la voce del lettore o lettrice è molto più importante della qualità del racconto stesso. Infatti questo mi è piaciuto moltissimo, mentre Ragazze elettriche non mi ha soddisfatta, e penso che la colpa, oltre il linguaggio troppo pop, è da ricondurre alla voce della lettrice.

Autore: Alan Bennett
Titolo dell’opera: La sovrana lettrice
Titolo originale dell’opera: The uncommon Reader
Numero di pagine: 95
Voto: 4/5
Dove trovarlo: Libro cartaceo, ebook.

La carne, il racconto di una violenza

Mi sono approcciata a questo libro con la convinzione che mi dovesse piacere, e che se non lo avessi apprezzato, in realtà non capisco molto. Ci sono alcuni libri o persone che ci fanno sentire così. Per quanto riguarda La carne di Emma Glass, il tema è così forte che una donna, non può non sentirsi coinvolta.

Copertina di La carne die Emma Glass
La copertina del libro di Emma Glass, La carne

La trama di La Carne

Peach è una pesca che ha subito uno stupro in un vicolo buio da parte di un uomo formato di salsicce unte, Lincoln. Tornata a casa ricuce da sola lo strappo in mezzo alle gambe causato dalla violenza, in modo che i genitori non si accorgano di nulla. Ma loro si accorgono a mala pena di Peach e del fratellino, che è una gelatina, perché presi dallo scambiarsi effusioni continue.

Green, il fidanzato albero di Peach, si rende conto che la ragazza è strana, ma lei non riesce ad aprirsi neanche con lui per raccontare quello che è successo. Dal giorno dopo si sente un bozzo sulla pancia e Green la accompagna ad acquistare il test di gravidanza, pur essendo sicuro che non ci sia pericolo di aver messo incinta Peach. Il test risulta negativo, ma la pancia della pesca cresce sempre di più.

A casa di Peach arrivano dei messaggi anonimi scritti con un collage di lettere dei titoli delle riviste. È Lincoln che le scrive quanto la ama. Lo stupratore salsiccia non si limita a questo, ma inizia a pedinare la ragazza, che lo vede appeso al lampadario fuori dalla finestra delle sua camera e davanti a alla vetrina di un bar dove si trova con Green.

Clicca qui per leggere gli spoiler sul finale

Lincoln lo stupratore, Lincoln lo stalker, Peach ci descrive anche Lincoln l’assassino, che uccide il suo amico e glielo fa trovare impiccato, a dimostrazione di cosa? Che lei è solo sua?
Non basta averla profanata e preso con la forza qualcosa che lei non voleva dargli, vuole fare terra bruciata attorno a lei. Infatti lei inizia a temere anche per la vita di Green

Ma Peach a questo non ci sta.
Decide di affrontare la paura e lo aspetta con un coltello in un vicolo buio. Gli salta addosso e mentre lei affonda la lama lui le urla che la ama. Emesso l’ultimo respiro, le salsicce di cui è composto Lincoln vengono raccolte in un sacco e portate a casa e cucinate durante un barbecue con i genitori e il fratellino di Peach, Green e altri amici.


Il libro finisce con l’espulsione del nocciolo che cresce dentro Peach, finalmente liberata del male che Lincoln le ha provocato. Se da questo nocciolo di pesca nasca un altro frutto non lo sappiamo, ma pare sia essere la liberazione della ragazza con l’uccisione di chi le ha fatto del male.



La carne merita un posto nella tua libreria?

Ho letto alcune recensioni sul libro di Emma Glass, in una veniva scritto che il tipo di scrittura usato è quasi poetico con parole cariche di suono, ma avendo letto Siddharta in tedesco, mi rendo ben conto che la scrittura di Hermann Hesse è pure poesia pur essendo prosa, non questo racconto. Una poesia moderna forse?

È stato avvicinato anche alla favola, sicuramente la protagonista de La carne che è una pesca, fidanzata con un albero, violentata da un uomo salsiccia e sorella di una gelatina, non fa pensare alla vita reale. Sicuramente in Lincoln e nelle sue parti di salsiccia si nasconde un allegoria, come nella pesca, entrambi i termini metafore degli organi genitali maschile e femminile. Allo stesso modo Green l’albero che è forte e sostegno di Peach.

Un’altra recensione più cinica ha sottolineato come si noti il fatto che questo racconto sia solo un esercizio di stile, un compito di scuola, che invece di venir ripreso dopo sette anni dall’inizio avrebbe dovuto venire cestinato. Infatti Emma Glass all’università ha studiato lettere e scrittura e iniziò già all’epoca a lavorare su La carne, che in inglese è intitolato Peach. Avendo capito che la carriera della scrittrice non sarebbe stata facile, la Glass ha ripreso a studiare infermieristica – professione che esercita – ma dopo sette anni ha ripreso in mano Peach per finirlo.

Quando il tema è più importante della resa

Come ho accennato all’inizio, è difficile non farsi coinvolgere dal tema trattato, e dire che un libro non piace in questi casi è quasi come dire che si rifiuta anche la tematica. Personalmente il fatto che la casa editrice Il Saggiatore abbia deciso di acquistare i diritti di La carne per farlo conoscere al pubblico italiano, mi ha portato a credere che il libro meritasse un posto nella mia libreria, perché mi fido della qualità dei prodotti pubblicati da questo editore.

Sicuramente i sentimenti che Peach descrive, la sua paura nel ritrovarsi di nuovo davanti Lincoln, l’orrore che prova quando scopre che lui sa dove lei vive, e la terribile persecuzione trovandosi dell’unto delle salsicce ovunque, scaturiscono in ognuno di noi empatia, e soprattutto in una donna. Ma questo non basta per farmi piacere il libro senza riserve, soprattutto perché non condivido il finale del racconto.

Per concludere, La carne di Emma Glass non mi ha convinto totalmente. Purtroppo ero più concentrata a capire cosa fossero i vari personaggi -pesca o gelatina – più che alla storia. Non metto in dubbio che sia una mia mancanza di attenzione del momento in cui ho letto il libro, al quale darò sicuramente una seconda lettura più avanti.

Autore: Emma Glass
Titolo dell’opera: La carne
Titolo originale dell’opera: Peach
Numero di pagine: 115
Voto: 2/5
Dove trovarlo: Libro, kindle

Flatlandia, Racconto fantastico a più dimensioni

La lettura di questo libro non è stato per niente facile, devo ammetterlo. È un misto tra un saggio e un racconto di un mondo fantastico, il mondo delle figure geometriche che studiavamo a scuola. Immagina se uno di quei quadrati dei quali dovevi misurare il perimetro e la superficie avesse avuto una famiglia, un lavoro.

Flatlandia è il nome del mondo nel quale vive il suddetto quadrato. Ha una moglie, che è una linea, dei figli, che sono dei pentagoni, e dei nipotini, degli esagoni. I militari sono dei triangoli isosceli molto appuntiti, minore è il grado dell’angolo più stretto, minore spazio c’è per il cervello della figura e a questo corrisponde un minore grado nella società. Ai vertici più alti si trova l’aristocrazia, delle figure con 3000 o 4000, se non di più, angoli che ormai non sono più distinguibili da un cerchio, per questo vengono chiamati circoli.

Ad ogni modo tutti gli abitanti della Flatlandia sono composti di righe e vivono su un piano.

La copertina di Flatlandia

La vita nella Flatlandia

Il racconto fantastico a più dimensioni si divide in due parti. Nella prima l’avvocato quadrato descrive tutto il funzionamento della Flatlandia: i suoi abitanti, la loro vita e la composizione della società.

Vivendo su un unico piano, quando la popolazione si incontra, per potersi riconoscere nelle diverse forme di appartenenza, ha necessità di tastarsi per poter contare di quanti angoli è formata la persona incontrata. Il tastarsi non è accettato dalle gerarchie più alte, che hanno imparato a riconoscersi alla vista. Sebbene tutti dal punto di vista di una figura abitante della Flatlandia sembrino una linea (che è la figura rappresentativa della donna) con un occhio allenato si può riconoscere una diversa lucidità dove si trova l’angolo più vicino e di una sfumatura ai lati della linea intravista che dipende da quanti lati è composta la persona incrociata.

La necessità di capire subito con chi si ha a che fare si esplicita nella pericolosità dei triangoli isoscele, il cui angolo più appuntito, un cuneo, può uccidere istantaneamente una qualsiasi altra figura. Questi triangoli fanno infatti parte dell’esercito della Flatlandia.

Molto pericolose sono anche le donne che, composte solo da una linea, possono uccidere qualcuno facilmente con la loro forma ad ago. Tanto più che le donne sono esseri molto pericolosi perché riescono a nascondersi senza problemi e, essendo predominate dalla passione, non hanno autocontrollo. Si sono verificati casi nella Flatlandia di donne che hanno perso la testa e in un raptus hanno ucciso tutta la loro famiglia, accorgendosi solo successivamente del loro gesto.

In questa società solo le figure regolari, ossia con tutti gli angoli delle stesse dimensioni, hanno diritto ad una vita normale, con un lavoro normale. Come gli antichi Spartani, quando in una famiglia Spartiaca nasceva un bambino con qualche malformazione veniva ucciso perché non avrebbe mai potuto combattere, nella Flatlandia chi nasce con un lato irregolare non sopravvive a lungo, perché ucciso. Gli unici che vengono lasciati in vita sono appunto i triangoli isoscele, che, se molto appuntiti, faranno parte dell’esercito perché nell’angolo più acuminato è presente il cervello, e loro hanno così poco spazio che potrebbero fare solo quello, e anzi il non possederne uno aiuta nel combattimento. Gli isoscele con un angolo più ampio diventano invece servitori e difficilmente potranno evolversi in altre figure e diventare parte delle élite maggiori.

Interessante è anche come un triangolo equilatero possa avere figli quadrati e un quadrato riesca ad innalzare la propria stirpe con un pentagono e via dicendo. Ad ogni generazione aumenta un lato se si è buoni cittadini. Le uniche che non cambiano forma sono le donne, che sono e rimarranno per sempre delle linee e considerate il sesso debole della società, ma anche quelle dalle quali bisogna stare attente.

Il viaggio nelle altre dimensioni

Il viaggio nella Linelandia

Nella seconda parte del libro il quadrato compie due viaggi. Uno nel mondo della linea, governato da un monarca e abitato da linee e punti, questi ultimi sono rappresentativi delle donne.

Gli abitanti di questo mondo non si incontrano mai, ma comunque ogni uomo ha due mogli che sposa e ingravida attraverso una canzone. Per tutta la vita vanno avanti e in dietro in un unico binario sulla stessa linea. Questo è il loro mondo, l’unico che conoscono e il monarca crede che questo sia l’unico spazio esistente.

L’arrivo del quadrato scombussola credenze del monarca della Linelandia, che infastidito da tutte le strambe domande del quadrato rivendica il suo posto nel mondo. Quando questo diventa troppo aggressivo il protagonista fa ritorno al suo piano.

Il viaggio nella Spacelandia

A scombussolare l’esistenza del quadrato è invece l’arrivo della sfera, abitante della Spacelandia, sulla Flatlandia. Questa innalza il protagonista verso l’alto mostrandogli tutto il piano che è il suo mondo, quindi l’interno delle case, ma anche l’interno delle varie figure.

La sfera gli rivela tutto questo perché è il Capodanno di un nuovo millennio e gli è permesso rivelare la presenza dei vari piani solo una volta ogni mille anni. In questo viaggio esplorativo della Flatlandia vedono il consiglio in seduta, durante il quale si scopre che i circoli sono a conoscenza della terza dimensione.

La sfera porta il quadrato anche nella vera Spacelandia e gli fa conoscere le altre figure in tre dimensioni, come il cubo che è il suo equivalente in 3D. Questa scoperta lo porta a riflettere sull’idea che se esiste una terza dimensione, forse ne esiste pure una quarta, quella del pensiero.

Se di questa dimensione immaginifica non si può essere sicuri, esistono le prove di un’ulteriore dimensione: la Pointlandia, un mondo formato da un solo punto che si crede il centro del mondo e se lo ripete in continuazione. Questo fa capire al quadrato che tutto è relativo.

Non essendo un romanzo abituale non so se consigliarlo a tutti. Ti consiglio di prendere in mano questo libro solo con la consapevolezza giusta e la voglia di immergerti in un mondo fantastico.

Autore: Edwin A. Abbott
Titolo dell’opera: Flatlandia, Racconto fantastico a più dimensioni
Titolo originale dell’opera: Flatland, A Romance of Many Dimension
Numero di pagine: 151
Voto: 3/5
Dove trovarlo: Adelphi libro, Adelphi ebook, Feltrinelli libro, Feltrinelli ebook

Il mio libro preferito: L’amico ritrovato

A scuola mi hanno fatto leggere L’amico ritrovato, alle medie e poi di nuovo alle superiori. Una delle due volte abbiamo anche visto il film, per quel che ormai mi ricordo, gli rende abbastanza giustizia.

La trama

Copertina del libro acquistato alle medie

La storia racconta l’amicizia tra un ragazzo ebreo e un suo compagno di classe aristocratico di una famiglia molto importante per la storia della Germania, i von Hohenfels.
I due ragazzi iniziano subito a frequentarsi assiduamente perché entrambi amano la letteratura e la cultura in generale, a differenza della maggior parte dei loro compagni di classe che si divertono a prendere in giro Hans accompagnando il suo passaggio con la canzone:

“Piccolo giudeo, ti diamo il saluto
nell’inferno di Mosè e Isacco sii il benvenuto.”

Nel frattempo la Germania subisce il fascino del nazismo, e anche la famiglia von Hohenfels appoggia il Führer, tanto da esporne una foto incorniciata in casa.
Un primo incrinamento nel rapporto avviene quando Hans e Konradin si trovano entrambi a teatro nello stesso momento e il secondo, pur vedendo il compagno, fa finta di non conoscerlo, perché in quel momento storico frequentare un ebreo non era una cosa da vantare in casa.

La versione più diffusa in Italia.

I genitori di Hans decidono di mandarlo da parenti in America per non dover subire le leggi razziali che iniziavano ad essere emandate e la rottura definitiva arriva quando Konradin invia una lettera al ragazzo in partenza scrivendo: “… è la cosa più saggia che tu possa fare. La Germania di domani sarà diversa dalla Germania che abbiamo conosciuto” e continuando con “… Il Führer è in grado di scegliere … tra i buoni elementi ebrei e gli indesiderabili.”

Hans parte quindi per un luogo sconosciuto, ma sicuro, mentre Konradin rimane a Stoccarda tra la sua gente, comunque protetto dai suoi ideali.



Leggere in tedesco

Copertina della versione tedesca

Quando mi sono trasferita in Germania non sapevo praticamente nulla di tedesco, il mio vocabolario personale si componeva di pochissimi vocaboli. Cosa bisogna fare per aumentare la propria capacità lessicale? Leggere in lingua!

Durante una gita a Lipsia ho trovato Der wiedergefundene Freund, titolo tedesco, e l’ho comprato come souvenir della città, ma anche con il pragmatico scopo di leggere un racconto che io conosco molto bene per potermi concentrare più sulle parole e la sintassi, che sul contenuto in sé.

Leggere L’Amico ritrovato in tedesco è fattibile con un livello di tedesco circa B1. Quindi se stai imparando questa meravigliosa lingua ostica e sei alla ricerca di letture che non siano da bambini, ma che siano facilmente affrontabili senza dover aprire il dizionario ogni due parole, io ti consiglio di correre in libreria a comprare il libro della Diogenes.

Sebbene Fred Hulman sia tedesco, il romanzo è stato scritto in inglese con il titolo Reunion. La scelta di questa lingua è dovuta alla nuova patria dello scrittore dopo l’arrivo dei nazisti si è trasferito prima in Francia e poi grazie ad un’amica inglese in Gran Bretagna, al sicuro dalla morte, ma non certo di venir trattato bene.

La Trilogia del ritorno

L’amico ritrovato è solo il primo di una trilogia intitolata Trilogia del ritorno che, oltre al primo libro include Un’anima non vile e Niente resurrezioni, per favore.

Copertina della trilogia

Il secondo, Un’anima non vile, non è altro che il testo della lettera che un giovane Konradin scrive all’amico Hans, al quale queste parole non sono però mai arrivate.

Niente resurrezioni, per favore racconta il ritorno nella città natale di Simon Elsas, un ebreo che è fuggito in America dopo che Hitler prese il potere. Simon torna anche al suo vecchio liceo, ma questa non sarà una visita di piacere, perché si porta dietro l’amarezza di un tempo sbagliato, fatto di errori non dimenticati, ma che si cerca di nascondere.
Fred Hulman decide di far compiere a Simon, un personaggio che non conosciamo, quel viaggio di ritorno ed esplorazione del proprio passato che non è mai riuscito a compiere Hans, il quale nella città natale non ha più nulla che lo lega.

Perché è il mio libro preferito

Ogni volta che per un motivo o per un altro parlo dell’Amico ritrovato, libro che consiglio a tutti – e che purtroppo presto e non mi viene restituito in tempi brevi – mi commuovo fino ad avere gli occhi lucidi. L’emozione che ho provato a leggerlo la prima volta mi accompagna sempre nel parlarne, non l’ho mai dimenticata.
In questo caso dovrò raccontare il finale che, se non hai mai letto il libro ti consiglio di saltare, per non rovinare il senso di leggerezza che il libro ti lascia quando lo finisci.

Clicca qui per leggere gli spoiler sul finale

Dopo tanti anni, ormai adulto, Hans riceve della posta dal liceo che frequentava che riportava la richiesta di un contributo per ereggere un monumento ai caduti. Ad accompagnare la lettera un libretto con i nomi dei caduti.
Prima scorre tutti i nomi saltando quelli che iniziano con H, riconoscendo 26 dei suoi vecchi compagni di classe che sono morte per il Terzo Reich. Quando poi decide di cercare il nome di quello che è stato il suo migliore amico al tempo legge:

VON HOHENFELS, Konradin, implicato nella congiura per assassinare Hitler. GIUSTIZIATO

Questa è l’ultima frase del romanzo e il momento in cui i due amici fanno pace per riunire le proprie idee, come quando lo facevano per le poesie e la narrativa.

Quelle dieci parole sono la dichiarazione di amicizia più toccante che io abbia mai letto.

Per concludere, se non hai mai letto L’amico ritrovato di Fred Hulman mi chiedo cosa stai aspettando?

Autore: Fred Hulman
Titolo dell’opera: L’amico ritrovato
Titolo originale dell’opera: Reunion
Numero di pagine: 108
Voto: 5/5 ++
Dove trovarlo: nel tuo cuore dopo la lettura,
ma anche libro fisico, ebook.

Perché non leggere Ragazze elettriche

La mia voce si stende sicuramente fuori dal coro dei tanti apprezzamenti che ho sentito riguardo il libro Ragazze elettriche di Naomi Alderman, ma io non l’ho amato e non l’ho consigliato a nessuno, se non per potere avere qualcuno con il quale discuterne.

La trama in breve

Il libro si apre con la lettera di uno scrittore che invia il proprio manoscritto ad un’amica per sapere cosa ne pensa. Quello che leggiamo è quindi un romanzo che qualcuno sta scrivendo.
La narrazione si divide tra quattro protagonisti: Roxy, la figlia di un mafioso che apre la scena; Allie, una ragazza orfana che uccide il padre affidatario dal quale subisce ripetute violenze; Margot, una politica; e Tunde, un ragazzo giornalista che per primo diffonde un attacco elettrico da parte di una donna. 

Improvvisamente le donne di tutto il mondo scoprono di avere il potere di fare del male con un tocco perché in prossimità della clavicola si è formata una matassa di energia che le rende in grado di dare la scossa. All’inizio sembra essere una cosa casuale e poco diffusa, finché poi le donne che hanno questa capacità si allenano a controllarla e prendono il sopravvento sugli uomini, diventando appunto ragazze elettriche.

Perché non mi è piaciuto

Partiamo dal presupposto che io sono allergica a tutto ciò che non è realistico, infatti non acquisto libri fantasy o di fantascienza. Il far derivare quindi il potere delle donne da una matassa posta in prossimità della clavicola, cosa che nella nostra realtà pare poco possibile, non si sposa con le mie teorie pragmatiche.
Quello che mi disturba è che non viene spiegata la provenienza di questo nugolo elettrico. Capisco che questo sia un mio limite, di voler sapere le cose concretamente, ma se non mi viene spiegato il punto focale, non riesco ad immedesimarmi nel mondo che sto leggendo.

Non trovo realistica neanche la descrizione di come le ragazze elettriche prendono il potere con una totale soppressione degli uomini. Sicuramente il tema delle donne al potere è poco diffuso, e sapere che le donne per una volta governano ci porta a pensare solo alla vendetta nei confronti della nostra società in mano al patriarcato.
Io, nella mia ingenuità, penso che se le donne fossero in grado di sovrastare un uomo con la loro forza fisica non sarebbero così violente come è stato descritto in Ragazze elettriche. Secondo me Naomi Alderman non ha mai sentito parlare della tribù Mosuo, dove a governare sono le donne e non esistono la guerra e la violenza, certo manca anche il matrimonio.

Quello che ha fatto la Alderman, secondo me, non è diverso dal film francese Non sono un uomo facile su Netflix, che non si annovera tra i capolavori della piattaforma streaming. La società che abbiamo oggi è stata presa e rovesciata, senza aggiungere nulla di nuovo. Sicuramente un po’più innovativo è il cortometraggio da cui è stato tratto il film appena citato Oppressed Majority, che aggiunge almeno qualche differenza nei generi paralleli.

Cortometraggio Oppressed Majority 

La lingua di Ragazze elettriche

Io non ho letto il libro, ma l’ho ascoltato in audiolibro. Ho scoperto gli audiolibri grazie a L’amica geniale e li trovo un ottimo compagno per i tempi morti. Ho però notato che mentre Anna Bonaiuto ti fa entrare nel mondo creato da Elena Ferrante come ospite osservante, Tamara Fagnocchi che legge Ragazze elettriche non mi ha convinta per niente.

La scrittura della Alderman pure non ha aiutato: troppe scurrilità, anche quando il testo poteva farne a meno. Lo chiamano linguaggio pop, sicuramente, ma mi risultava anche questo poco realistico, pure per la cultura inglese e americana. Se c’è qualcuno a cui questo tipo di linguaggio non dovrebbe dare fastidio, direi che è proprio un italiano o italiana.

Tiriamo le somme

Penso che tu abbia capito che io non consiglio di leggere questo libro.
È stato affiancato al Racconto dell’ancella di Margaret Atwood per il sapore distopico nel quale viaggia, ma Naomi Alderman a parer mio non crea un mondo concreto, non offre basi sulle quali poggiare e creare un immaginario personale e non sono entrata in empatia con nessuno dei quattro protagonisti.

Un altro aspetto che non mi ha convinto è stata l’introduzione della religione. Una sorta di setta creata da Allie diventata Madre Eve della quale non ho capito lo scopo. Forse sottomettere gli uomini?

Non metto in dubbio di non aver colto molti aspetti della narrazione perché su wikipedia si legge che “Nel giugno 2017 il romanzo ha vinto il Women’s Prize for Fiction” e che “Il romanzo è stato anche inserito nella lista dei 10 migliori libri dell’anno del The New York Times”. Forse se lo leggessi con la mia voce e non quella di Tamara Fagnocchi avrebbe su di me un diverso risultato. Sarebbe un esperimento interessante!

Ho letto che Ragazze elettriche diventerà una serie, quindi penso che incontrerò nuovamente il mondo della Alberman e proverò a dargli così una seconda possibilità.

Autore: Naomi Alberman
Titolo dell’opera: Ragazze elettriche
Titolo originale dell’opera: The Power
Numero di pagine: 446, equivalenti a 12 ore di audiolibro.
Voto: 2/5
Dove trovarlo: formato libro, ebook.