Non ho di sicuro scelto il momento giusto per leggere Cecità di Saramago, o forse è stato proprio il periodo perfetto, nel quale entrare in empatia con il racconto era obbligatorio?

Il 2020 sarà sempre segnato dall’epidemia di Covid19 che ha obbligato tutto il pianeta ad una quarantena forzata e la social distancing non sarà più solo una prerogativa degli asociali, bensì un salvavita anche per le persone che del tocco umano non possono fare a meno, a costo di mettere in imbarazzo l’interlocutore.

La copertina

La trama

Per chi non sa di che cosa tratti questo romanzo, in breve, Saramago ci porta in un paese non definito nel quale le persone si ammalano di una cecità bianca, chiamata “mare di latte”. La malattia arriva senza alcun segnale, improvvisamente alla persona prima normovedente si presenta uno visuale completamente bianca. Chi è venuto a contatto ravvicinato, anche solo la stessa presenza in una stanza d’attesa dal dottore, provoca il contagio. Le prime persone, poche, ammalate vengono messe in quarantena in un vecchio manicomio e qui, lontano dagli occhi della civiltà, avviene la lotta alla sopravvivenza tra disperati.

Leggendo mi sono resa conto che si trattasse di un’allegoria. Ad una prima lettura pensavo all’ennesima interpretazione della cattiveria umana, ma il Libro della letteratura ha sciolto ogni mio dubbio: Cecità è una allegoria satirica sullo Stato autoritario portoghese l’Estado Novo che ebbe il potere in Portogallo tra il 1933 e il 1974. Leggendo le pagine di questo romanzo ci facciamo un’idea molto chiara di come questo potere sia stato mantenuto in Portogallo. Le cose che succedono dentro il manicomio mostrano l’umano che si lascia andare alla sua parte più animale, a quella che risponde solo alla propria sopravvivenza.

Rinchiudere delle persone in una struttura, dimenticarsi di portargli da mangiare, non offrirgli cure e non aiutarli a sotterrare i morti, sono solo alcune delle immagini che dobbiamo leggere per attraversare la storia. José Saramago scrive tutto vividamente, con dettagli così minuziosi da lasciarmi la sensazione di trovarmi dentro al manicomio anche dopo aver spento il Kindle. Essere obbligata – da me stessa, perché a Berlino non c’è l’obbligo di proteggersi naso e bocca quando si è all’aperto – ad avere una mascherina che mi copre metà viso, non poter avere la libertà di fare quello che sono stata abituata a fare fino a febbraio scorso, aggiunge pathos a quello che leggi.

Un esempio di pagina.

La scrittura di Saramago

A prima occhiata la lettura è un po’ pesante. La pagina si vede tutta compatta, non c’è spazio per tirare un respiro e riprendersi da quello appena letto. Spesso il mio occhio si è perso e perdevo il segno se non ero molto concentrata su quello che stavo leggendo. Questo all’inizio, perché quando poi si prende confidenza con la moglie del medico, il medico, il primo cieco, la moglie del primo cieco, la ragazza con gli occhiali da sole, il vecchio con la benda e il ragazzino strabico, ti sei ormai abituata e il testo scorre meglio, forse perché ti senti così vicino a questi personaggi senza nome, che potrebbero essere chiunque, e vuoi sapere cosa ne sarà di loro, ma allo stesso tempo inconsciamente pensi che a te è andata meglio.
I sette personaggi principali non hanno nome, ma solo una connotazione che ce li fa sempre ritrovare fra tutte quelle persone ormai immerse nel mare di latte.

Le sensazioni lasciate

Io uscivo e mi sentivo addosso la paura di diventare cieca. Camminavo per strada e mi chiedevo come avrei potuto trovarmi qui se non ci fossero state le immagini che vedevo ad accompagnarmi. In aggiunta alla situazione medica mondiale, davanti a casa mia ci sono i lavori, la strada è smantellata, c’è disordine ovunque e i bidoni della spazzatura sono raggruppati tutti assieme all’angolo della strada, ti lascio immaginare il puzzo.

Beh io queste settimane non ho solo letto Cecità, ma ho pensato che mi rincorresse pure, mi seguisse e non mi lasciasse più. Si dice che quando qualcosa ci tormenta bisogna metterla per iscritto e questo perderà il peso che esercita su di noi. Lo spero davvero.

Autore: Josè Saramago
Titolo dell’opera: Cecità
Titolo originale dell’opera: Ensaio sobre a Cegueira
Anno di pubblicazione:1995
Voto: 4
Dove trovarlo: in formato libro, in eBook
Numero di pagine: 276
Informazioni compresse