Nella mia lista dei sogni e progetti c’è di sicuro una crociera. Mi immagino a prua a guardare l’oceano cercando di scorgere i delfini in lontananza, ma soprattutto a rimanere distesa su una sdraio a non fare assolutamente nulla che non sia mangiare o scegliere la prossima attività da fare

Tutto quello che potremmo immaginarci di piacevole in una crociera, viene guardato con occhio distaccato da David Foster Wallace e messo sotto una lente critica che rende ogni dettaglio tragicomico.

La copertina del libro

Ma allora perché ha fatto una crociera se non gli piacciono queste cose?

Il libro è nato da un reportage che la rivista Harper’s gli commissionò. lo scrittore avrebbe dovuto raccontare com’è una crociera extra lusso sulla nave Nadir per sei giorni e sette notti di visita dei Caraibi. Quello che sarebbe un sogno praticamente per tutti, viene analizzato con distacco, come se tutto quello che accade, dall’attesa per la partenza, alle cene alle quali partecipa, non stia accadendo a lui.
Il perché di fare una vacanza su una crociera extra lusso la si legge in questa frase:

Una vacanza è una tregua dalle cose sgradevoli e poiché la coscienza della morte e della decadenza è sgradevole, può sembrare strano che la più sfrenata fantasia americana in fatto di vacanze preveda che si venga schiaffati in mezzo a una gigantesca e primordiale macchina di morte e decadenza.

Le situazioni più divertenti

Un passeggero non può trasportare la propria valigia

Sicuramente il capitolo che più mi ha divertita è il nono nel quale vengono descritti i particolari del lusso, quel lusso che tanto viene ripetuto nella pubblicità.
L’equipaggio della Nadir si occupa dei proprio passeggeri dall’arrivo in aeroporto, dove vengono prese in carico le valigie che poi verranno portate direttamente in cabina. David Foster Wallace, che necessitava di vedere la nave allontanarsi dal porto e non voleva bruciarsi per il forte sole, descrive il momento in cui è andato alla ricerca dello zinco da mettersi sul naso, che si trovava nella sua sacca. Si dirige quindi nella hall dove si trovano i facchini intenti a organizzare le valigie da consegnare ai legittimi proprietari. Lui vedendo la sua sacca cerca di prenderla, ma viene subito bloccato da un ragazzo dell’equipaggio che la vuole consegnare di persona. Questa scena mette il facchino in una situazione non facile: si trova in bilico tra “IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE” e “IL CLIENTE NON DEVE MAI PORTARE I SUOI BAGAGLI“. Vince la prima sulla seconda, ma non senza ripercussioni. Infatti mentre lo scrittore si trova sul ponte, il facchino subisce una lavata di capo.
Come epilogo, Wallace riceve una visita di scuse da parte dell’ufficiale delle Relazioni con il pubblico, che lo fa render conto dell’infelice situazione nella quale ha messo il facchino per quel suo gesto bonario. Ci tiene però a farci sapere che ha fatto promettere all’ufficiale di non licenziare il ragazzo.

Lenzuola fresche ad ogni uscita

La cabina viene pulita e riordinata e le lenzuola e gli asciugamani cambiati quando la si lascia per più di 30 minuti. Se si sta fuori meno tempo invece non viene ripulita, ma neanche si trova la cameriera intenta a pulire la cabina. Come facciamo a saperlo? David Foster Wallace ha fatto varie prove nei sei giorni di navigazione: ha provato ad uscire per 10, 20 e per 29 minuti e ad ogni suo rientro ritrovava il sudiciume lasciato, ma se andava in giro dai 31 minuti in su, la sua cabina brillava e il cioccolatino veniva lasciato sulle lenzuola fresche.
Sebbene abbia fatto vari esperimenti come girare l’angolo improvvisamente per cogliere in fallo la donna delle pulizie, o fare vari giri, sempre diversi, per cercare di capire se venisse seguito, non è riuscito a capire come questo fosse nel potere dell’equipaggio della Nadir. Non è riuscito neppure a vedere se ci fossero delle telecamere nascoste nei corridoi. Rimarremo pure noi con questo dubbio, ma è sicuramente interessante immaginarsi lo scrittore che svoltato l’angolo fa uno scatto e torna nella cabina, ma rimane deluso di non trovarci la cameriera intenta a ripulire.

Le note a piè di pagina sono il vero spasso

Le note a piè di pagina

La parte sicuramente più divertente rimangono le note a piè di pagine, presenza quasi ingombrante, tanto che occupano persino due pagine intere del libro da sole.
Questi commenti personali non sono stati creati per comparire sulla rivista, quindi David Foster Wallace si è lasciato andare ad ogni commento più sagace e approfondito di ogni singola cosa o passeggero che si sia trovato di fronte durante quei sei giorni e sette notti, commentando pure i discorsi delle cene alle quali ha partecipato.

Come commento finale io consiglio a tutti di leggere Una cosa divertente che non farò mai più, anche solo per sapere esattamente cosa succede in una crociera extra lusso. Simpatico e frizzante è difficile da chiudere e non finire tutto d’un fiato, è sicuramente un ottimo rimedio per il temuto blocco del lettore.

Autore: David Foster Wallace
Titolo dell’opera: Una cosa divertente che non farò mai più
Titolo originale dell’opera: A Supposedly Fun Thing I’ll Never Do Again
Numero di pagine: 164 pagine
Voto: 5/5
Dove trovarlo: Libro, ebook, audiolibro.

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