Non ricordo più come sono venuta a sapere di questa graphic novel: è stato tramite Instagram? Tramite forse YouTube? E, seppure riuscissi a ricordare dove ho visto questo libro per la prima volta, non riuscirei comunque a ricordare chi era la persona dalla quale ne ho sentito parlare per la prima volta.

Solitamente non leggo molte graphic novel perché non è un genere che mi attira molto, ma in questo caso sono stata subito attratta da questo libro. Probabilmente era uno di quei momenti in cui ti capita di venire in qualche modo a contatto con qualcosa che si rivela essere la cosa giusta al momento giusto.

L’Uomo Montagna ci introduce in una breve storia (il libro è davvero brevissimo) di un’intensità incredibile. Ci parla di un nonno che si prepara a partire per il suo ultimo viaggio ma che è impossibilitato a muoversi a causa delle montagne che gli sono cresciute sulle spalle; parla del suo nipotino che, vista l’impossibilità del nonno a muoversi, parte per il suo primo viaggio da solo. Un viaggio che lo porterà a cercare il vento più potente che può trovare, per chiedergli di aiutare suo nonno a muovere quelle pesantissime montagne che gli sono cresciute sulle spalle.

L’Uomo Montagna è una delicatissima metafora sugli ultimi anni della vita, ma anche sulle prime esperienze che ci troviamo a fare, senza neanche rendercene conto, da piccoli. Quando tutto il nostro mondo si concentra nei nostri familiari e nelle nostre radici, che sono la parte più vera di noi, la parte più intima e quella a cui cerchiamo di tornare. Perché le nostre radici sono la nostra vera eredità, sono dove abiterai. È qui che tornerai, che ti sentirai a casa. Non hai forse detto che riconosceresti queste montagne tra mille?

Autore: Séverine Gauthier; Amélie Fléchais
Titolo dell’opera: L’Uomo Montagna
Titolo originale dell’opera: L’Homme montagne
Numero di pagine: 42
Voto: 5/5
Dove trovarlo: libro